fbpx

Seguici:

FB YT IG

Alberi monumentali, un piccolo viaggio tra le loro radici e le nostre

Tempo di lettura: 4 min
Q

ualcuno diceva che gli alberi rappresentano lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto. Non si può che essere d’accordo, però vogliamo aggiungere un altro tassello: gli alberi non parlano solo al cielo, cercano un dialogo anche con noi, basta solo avere il desiderio di ascoltarli.

Mai sentito parlare di alberi monumentali? Non sono solo grandi alberi, o piante rare: sono testimoni di vite, di storie e di leggende.
Rappresentano il nostro passato, le nostre radici e il miglior modo per proteggerli è cercarli, scoprirli e ascoltare le storie che sanno raccontare.

Che cos’è un albero monumentale

Per dirsi monumentale un albero deve rispondere ad alcuni requisiti legati all’età e alle dimensioni (in cui contano circonferenza, altezza, ampiezza e chioma), un certo portamento, la rarità botanica, ma anche e soprattutto il valore storico, culturale, religioso e paesaggistico

La sua presenza fa luce su secoli di storia delle nostre popolazioni, è la sintesi dell’interazione tra diversi fattori – ambientali, del clima, del suolo, della topografia locale, della storia, dell’uomo – e offre, quindi, una chiave di lettura del territorio in cui si vive
Alberi monumentali nelle Dolomiti

Come un albero diventa monumentale

Un albero monumentale porta in sé un qualcosa di grandioso e potente, ma se è arrivato fino a chi lo ha scoperto, riconosciuto e ascoltato decidendo di fare qualcosa perché ne venisse riconosciuto il valore, si è trattato nella maggior parte delle volte di un fatto casuale: la sua presenza nel nostro presente e futuro non può più essere affidata al caso, ma va tutelata. 

Il procedimento è questo: l’albero viene individuato dai privati cittadini, dagli amanti della cultura o della natura, oppure da enti territoriali, associazioni, chiunque dimostri interesse per la sua valenza. Una volta individuato il suo valore, tocca alle regioni avviare l’istruttoria per ottenere il riconoscimento della monumentalità. Da quel momento scatta la tutela: gli alberi non si possono abbattere, potare, ma nemmeno curare senza l’autorizzazione del ministero. 

Così si salvano gli alberi monumentali dagli espropri, dalle espansioni urbanistiche e dal tempo.
 
Sono più di 2400 gli alberi monumentali in tutta Italia: vivono da secoli o addirittura millenni nelle ville private, nelle chiese, nei parchi nazionali e nei terreni privati. Tra questi 150 sono definiti di “eccezionale valore storico o monumentale”. Chiunque venga sorpreso illegalmente a danneggiare o abbattere questi alberi può incorrere in una pesante multa fino a 100.000 euro.
Alberi monumentali nelle Dolomiti

Gli alberi monumentali delle Dolomiti Bellunesi

Sono 76 i monumenti verdi riconosciuti nella provincia di Belluno, e il numero è destinato a salire. 

Il nonno di tutti gli alberi monumentali ha circa 1.000 anni, svetta solitario su un ghiaione sotto le cime del Bosconero a 1.800 metri ed è conosciuto come “albero di roccia”. 

Il più estroso si trova in Alpago, in un bosco che si affaccia sul lago di Santa Croce e ci racconta di una storia d’amore strana che resiste al tempo e alle intemperie, diventata meta di tanti visitatori curiosi che rimangono stupiti e divertiti a vedere i protagonisti: una vecchia bicicletta che è diventata una cosa sola con un albero e che non accenna a spostarsi, forse perché non ha ruote, perché non ha sella ma soprattutto perché a vegliarla c’è il lucchetto più solido della storia della bicicletta: un castagno di un secolo.

Abbiamo poi alberi monumentali amati fortemente da due protagonisti del panorama culturale di queste zone: Dino Buzzati e Tiziano.
Il liriodendro di Villa Buzzati fu tanto caro al famoso scrittore bellunese, Dino, al punto che ne scrisse svariate volte, citandolo anche nel suo ultimo elzeviro per il Corriere della Sera nel 1971 “Dietro la vecchia casa di campagna, era già immenso e antico, quando io comparvi piccolo bambino”.
E la “Faghera del Tiziano” a Pieve di Cadore, sotto le cui fronde il pittore Tiziano si soffermava volentieri per rinfrancare corpo e spirito e creatività e che ogni anno attorno al 25 aprile è il primo tra i tanti faggi a fiorire nel Monte Ricco. 

Abeti bianchi, castagni, tigli e faggi, enormi o più piccoli, malconci o robusti, ma tutti detentori di storie, leggende e fatti storici che legano indissolubilmente le loro radici alle nostre. Sentiamo un po’ meglio ora la loro voce?

Alberi monumentali nelle Dolomiti
Alberi monumentali nelle Dolomiti
Newsletter

Ispirazione, bellezza e promozioni speciali. Tutto dedicato a te, ogni settimana nella tua casella di posta.

Summary
Alberi monumentali, un piccolo viaggio tra le loro radici e le nostre
Article Name
Alberi monumentali, un piccolo viaggio tra le loro radici e le nostre
Description
Gli alberi monumentali non sono solo grandi alberi, o piante rare: sono testimoni di vite, di storie e di leggende. Leggi di più
Publisher Name
Dolomia
Publisher Logo
TOP