he i giardini fioriti, gli orti rigogliosi e i balconi pieni di fiori colorati siano una gioia per gli occhi è una cosa nota. Quello che forse è meno riconosciuto è il potere benefico che può portare alle persone dedicare tempo ed energie a realizzare questi angoli fiorenti.
Avete mai sentito parlare di garden therapy (o ortoterapia)? Non si tratta di una moda degli ultimi tempi o di un vezzo naïf, ma di una pratica benefica che ha attraversato i millenni e che ha trovato recentemente una validazione scientifica dei suoi effetti positivi. Possiamo insomma dirlo ad alta voce: praticare giardinaggio è una vera e propria terapia.
I benefici del prendersi cura, cosa ci insegna la garden therapy
Lo diciamo sempre: stare a contatto con la natura è uno dei regali più grandi che possiamo fare a noi stessi perché ci aiuta a ritrovare pace e armonia. Prenderci cura in maniera attiva di una pianta, di un balcone o di un orto ci permette di fare un ulteriore passo verso il benessere: i ritmi di lavoro nel verde per necessità sono lenti e rilassanti, e questo ci aiuta ad allontanare lo stress della nostra quotidianità.
La natura, infatti, ha i suoi tempi e non possiamo imporle i nostri (per fortuna).
La necessità di fronteggiare gli imprevisti nella coltivazione stimola anche la capacità di risolvere i problemi e raggiungere dei risultati, come veder crescere un orto rigoglioso grazie al nostro impegno, aumenta sensibilmente la nostra autostima.
Prendersi cura di una pianta innaffiandola quando serve, accudendola e permettendole di crescere, è un modo semplice ed efficace per aumentare il nostro senso di benessere e soddisfazione, spesso compromessi dalle dinamiche della vita frenetica, ma anche da quella apatica e priva di stimoli, non dimentichiamolo.
Coltivare bellezza per stare meglio è una pratica che ha origini antichissime
Il potere terapeutico del contatto col verde era ben conosciuto nell’antico Egitto dove i medici del tempo erano soliti prescrivere lunghe passeggiate nel verde ai pazienti affetti da malattie mentali e via via altre attestazioni che risalgono i secoli passando per l’antica Persia, il medioevo fino ad arrivare ai primi anni dell’800 quando il Dottor Benjamin Rush, considerato il fondatore della psichiatria americana, ne decretò la valenza scientifica pubblicando uno studio sulle migliori possibilità di guarigione dei pazienti che si occupavano di un orto.
Ma la collocazione della garden therapy nell’olimpo delle pratiche che maggiormente allontanano lo stress è avvenuta recentemente grazie a un’acclamata ricerca della National Taiwan University di Taipei. I risultati dello studio mostrano che la connettività funzionale delle regioni del cervello di chi pratica giardinaggio risulta attivata, inclusa la rete della prosodia emotiva (ad esempio, la promozione del pensiero positivo, la regolazione emotiva, l’autocontrollo e il pensiero creativo).
Perché non iniziare subito a fare qualcosa di bello e che ci fa bene?
Quasi tutti possono ritagliarsi un piccolo angolino verde di serenità, anche nelle case più piccole.
Se si hanno spazi esterni ridotti o balconcini di piccole dimensioni, i fiori sono l’ideale per abbellire la casa. Per chi invece prova più soddisfazione con coltivazioni che si possono mangiare, anche in questo caso non serve necessariamente un orto per avere qualche delizioso risultato.
L’importante non è la dimensione, ma il tempo che si dedica al giardinaggio (sarebbe meglio almeno un paio d’ore a settimana) rispondendo ai bisogni delle piante con le nostre mani. In questo modo, qualunque sia lo spazio che si ha a disposizione, ci ritaglieremo un po’ di tempo dedicato esclusivamente alla nostra serenità e salute mentale, semplicemente coltivando bellezza.
