Intervista al dott. Gabriele De Nadai
a salvaguardia dell’ambiente passa anche attraverso il rispetto delle piante e delle loro virtù. Scegliere il metodo estrattivo più adatto per esaltare al meglio le proprietà di ogni singola pianta è un gesto d’amore che richiede una profonda conoscenza fitocosmetica ed elevate competenze scientifiche.
Abbiamo incontrato Gabriele De Nadai, dottore forestale, ambientale e botanico, col quale abbiamo parlato di come sia possibile utilizzare in formula piante uniche e rare dalle potenti proprietà cosmetiche senza intaccarne la biodiversità.
Una piccola anticipazione? Si tratta di un metodo estrattivo chiamato coltura meristematica.
Che cos’è la coltura meristematica?
Per spiegare cos’è la coltura meristematica bisogna prima parlare del meristema, un tessuto vegetale costituito da cellule capaci di dare origine a nuove cellule: ogni cellula meristematica deriva da un’altra cellula meristematica e la loro funzione è paragonabile a quella delle cellule staminali animali.
In ambiente controllato e con i giusti nutrienti, si possono far sviluppare e crescere questi aggregati di cellule, o di tessuti.
Quali sono le situazioni in cui è indicato questo metodo estrattivo?
Questo metodo estrattivo è indicato nel caso si vogliano utilizzare piante rare o la cui coltivazione è circoscritta da esigenze ecologiche ben definite, specie difficili da coltivare con metodi tradizionali, oppure con principi attivi di difficile reperimento o estrazione.
In pratica questo metodo estrattivo salvaguarda l’esclusività dell’esemplare senza ricorrere ad una coltivazione intensiva o dedicata.
Che cos’è la totipotenza cellulare?
La totipotenza è la capacità di una cellula di riprodursi infinite volte a partire da un frammento di tessuto vegetale.
Si tratta di una proprietà quasi esclusiva delle cellule vegetali; una singola cellula o un frammento di tessuto vegetale infatti ha la capacità di rigenerare l’intera pianta composta da radici, fusti e foglie, e questa capacità di riprogrammazione è molto sfruttata per la coltura in vitro.
Nel nostro caso tramite la coltura in vitro delle cellule staminali vegetali racchiuse nel germoglio di Rosa Prima è stato possibile ottenere e replicare, in un ambiente protetto, un fitocomplesso potenziato, altamente standardizzato e stabile.
A proposito di Rosa Prima, vuoi raccontarci qualche curiosità su questa specie, sull’importanza di averla preservata, sulla sua azione?
Rosa Prima è una varietà di Rosa sconosciuta ritrovata nel territorio feltrino e conservata nel roseto antico di Serravella. Quest’opera di certosina ricerca sul territorio l’ha, di fatto, preservata dalla distruzione e conservata fino ai nostri giorni. Nonostante presenti dei caratteri botanici che ricordano le rose francesi dell’ibridatore “Cardinal de Richelieu”, gli esperti non hanno saputo ricondurla a una varietà conosciuta.
È una rosa vigorosa, molto resistente alle malattie con fogliame coriaceo e opaco, porta fiori molto profumati di un elegante colore a metà tra il violetto il porpora.
Per quanto riguarda la sua azione, i Germogli di Rosa Prima® soddisfano i bisogni primordiali della pelle. Titolata in polisaccaridi al 40%, contiene un’enorme quantità di micronutrienti che infondono un’idratazione profonda, diffusa e a lungo termine.
