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Dino Buzzati e le Dolomiti Bellunesi

Tempo di lettura: 5 min
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utte le estati, quando torno alla nostra casa di campagna qui a due passi da Belluno, al mattino esco, attraverso il prato che c’è davanti alla casa e quando sono arrivato in fondo, mi volto. Allora vedo la Schiara, la montagna della mia vita", scriveva Dino Buzzati della prima roccia dolomitica che s’incontra arrivando dalla pianura. A 50 anni dalla sua morte vogliamo ricordare anche noi Dino Buzzati, artista a tutto tondo che amava profondamente il territorio in cui era nato e in cui visse molti anni, Belluno.

Chi è Dino Buzzati?

Dino Buzzati è stata una delle personalità più eclettiche del Novecento italiano: fu pittore, giornalista, scrittore, reporter, critico d’arte e molto altro, e raggiunse fama mondiale tanto che venne tradotto in 34 lingue. Nacque a San Pellegrino di Belluno nel 1906, una piccola frazione ai piedi delle Dolomiti Bellunesi. 

Narrare era la sua più grande passione, amava combinare l’espressività della parola con quella del tratto, sostenendo che “Scrivere e dipingere per me sono la stessa cosa”. 

Uomo schivo e silenzioso, Buzzati nei suoi scritti esprimeva un esistenzialismo oscillante fra slanci e turbamenti. Per lui la montagna ricoprì sempre un ruolo fondamentale: la sua prima vetta importante era stata una cima delle Dolomiti Bellunesi che vedeva dalla sua casa di San Pellegrino, la Schiara (c’è una foto che lo ritrae a 15 anni sulla vetta, con due amici). Da adulto le dedicò anche uno scritto, L’amico Schiara (1964), dove rievoca gli anni delle arrampicate giovanili.

Dino Buzzati e il fascino per le montagne bellunesi

La fascinazione per le montagne è evidente nelle sue parole. Scrive “Le montagne misteriose, i lunghi inverni, le favole, gli spiriti delle spelonche e delle selve, quel senso intraducibile di lontananza, solitudine e leggenda”.

Sino alla fine degli anni Trenta non era passata estate senza qualche salita a vette importanti delle Dolomiti, lo ferma solo, nel 1940, l’incarico di corrispondente del Corriere della Sera in Africa e poi la guerra. 

In un articolo per il Corriere d’informazione del 1941 scrive: “Tutte le sante notti, da una ventina d’anni a questa parte mi sognavo le montagne”.  

Dopo l’entrata in guerra non più, ma alle montagne chiede fortemente di tornare a fargli visita in sogno, di notte: “Aspettate qualche tempo tranquille, e poi provate di nuovo. Un bel giorno ritroverete via libera, spero. Nei miei sogni, chissà, tornerete a innalzare le vostre muraglie coronate di nubi e di sole”. 

La guida alpina Gabriele Franceschini, amico esperto di scalate ma anche di buone letture che più di ogni altro lo ha accompagnato per le montagne, lo ricorda così: “Al ritorno dalla scalata mi faceva il disegno della vetta che avevamo salito. A corona picchi bellissimi e selvaggi, sfuggenti in cielo, scuri spigoli ben in risalto, profondi canaloni; qua e là qualche masso pencolante, il ghiaione ripidissimo su cui arrancavano due minuscole sagome. Io, curvo sotto il sacco, lui con l’alpenstock smisurato.  Le pareti e le creste erano una particolareggiata miniatura…, su su, fino agli enigmatici pinnacoli delle creste. Nel centro del disegno la vetta, sporgente da una corona di nubi, su cui sorvola il nibbio e una figura di scalatore con petto ridicolo in posizione di sicurezza, la corda tesa sulla spalla che scende fino a lui, altra piccola figura, sull’orlo di uno strapiombo”. Insieme scalarono il Campanile del Focobon, la Torre della Madonna, il Sass Maor, la Cima Zopel, la Torre Pradidali, il Dente del Cimone, e aprirono alcune nuove vie alpinistiche. 

 

In occasione del sessantesimo compleanno di Dino Buzzati, Rolly Marchi, anch’egli appassionato di arte gli regalò una scalata – l’ultima- alla cima della Croda da Lago, che Buzzati aveva salito a diciassette anni, nell’agosto del 1923. Si chiuse quel giorno, nel cuore delle Dolomiti d’Ampezzo, un lungo cerchio di amicizia e di montagne. Cinque anni dopo Buzzati si spense in una clinica di Milano, in silenzio, mentre la città era coperta di neve. 

Fonte: Sito Ufficiale di Dino Buzzatti, http://dinobuzzati.it/

L’Associazione Internazionale Dino Buzzati lavora per fare del 2022 l’anno dello scrittore con mostre, convegni ed eventi, da Milano a Treviso a Parigi, e poi New York, Toronto, Berlino, Londra, Varsavia, Monaco, Dublino. 

Altre iniziative,  nel centro di Belluno, sono promosse dal Consorzio Belluno Centro Storico (bellunocentro.it) e dal Consorzio DMO Dolomiti, Ente per la promozione del turismo nella provincia di Belluno (infodolomiti.it).

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Dino Buzzati e le Dolomiti Bellunesi
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Dino Buzzati e le Dolomiti Bellunesi
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Per Dino Buzzati, le montagne delle Dolomiti Bellunesi ricoprirono sempre un ruolo fondamentale nella sua vita e nei suoi racconti.
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