Come nasce un profumo?
he cosa c’è dietro alla nascita di un profumo? Perché è un prodotto così misterioso e soggettivo? E quando scegliamo una fragranza da indossare, stiamo in qualche modo comunicando un messaggio?
Ne abbiamo parlato con Emanuela Rupi, grande esperta di profumi con curriculum internazionale e specializzata in formazione olfattiva, che ci ha condotti nel complesso e affascinante mondo dell’olfatto.
Come è iniziata la tua strada nel mondo dei profumi?
Il mio è stato un inizio casuale. Fin da piccola avevo la passione dei profumi, quando le mamme andavano in profumeria ai bambini venivano regalati i campioncini ed è stato così che ho iniziato la mia collezione a 10 anni. Senza rendermene conto ho acquisito conoscenza dei prodotti che venivano venduti: poi, sai, Parma era ricca di aziende di profumi quindi era la normalità.
Dopo gli studi ho iniziato il mio percorso in un’azienda che produceva profumi: ho iniziato in laboratorio, poi sono passata allo sviluppo del prodotto e via via così, specializzandomi nel campo della valutazione in società di creazione olfattiva internazionale come Firmenich e Creations Aromatiques e completando il percorso in aziende di sviluppo e commercializzazione di fragranze come Florbath e Morris.
Ma direi che tutto è partito dal gioco che facevo con le amiche da piccola: “saliamo in autobus e indoviniamo i profumi che indossano le persone”.
E che cosa comunica una persona scegliendo di indossare un profumo invece di un altro?
Succede che quando indossiamo una fragranza in qualche modo trasmettiamo un messaggio chiaro: di sensualità, freschezza, romanticismo, …
C’è una parte molto evocativa del profumo e ha proprio a che fare con il fatto che indossandolo stiamo comunicando qualcosa. Capita ad esempio che il profumo che indossiamo arrivi prima di noi trasformandosi in un’arma di seduzione. E questo processo seduttivo non avviene solo nei confronti degli altri, ma soprattutto verso noi stessi.
Parliamo un po’ di questa dimensione soggettiva dei profumi, che poi ha molto a che fare anche col mistero che spesso viene associato al mondo olfattivo. Che ne pensi?
Quando si parla di profumo si parla di invisibile ed è una dimensione assolutamente misteriosa e soggettiva. Prova a pensarci: quando parliamo di profumo o di odori, come si fa a sapere che quello che noi sentiamo è il percepito degli altri?
Il senso dell’olfatto è un senso muto, non ha un vero e proprio linguaggio inequivocabile. Se io parlo di “fresco” non è detto che io intenda quello che intende un’altra persona. Riflettendo su questo si entra in un mondo personale e soggettivo, misterioso che alla fine diventa complicato da comunicare. Complicato ma affascinante.
E quindi ci racconti come nasce un profumo?
Il soffio sulla pelle è l’ultima tappa di un lungo percorso che parte da materie prime e ingredienti, spesso di sorprendente familiarità, e si snoda lungo una strada pratica, che procede per tentativi e che coinvolge tutti i sensi.
Facciamo un esempio: arriva un brief da parte di un’azienda o di un brand alla casa essenziera in cui ci sono dei nasi che recepiscono le informazioni e procedono ad una traduzione olfattiva. Questo brief solitamente è molto sensoriale e utilizza un linguaggio comune a tutti, tipo “freschezza” oppure “note agrumate” e include indicazioni del tipo fragranza maschile, femminile o no gender. Un po’ alla volta si comincia a parlare la stessa lingua, ma tenendo sempre presente che ogni profumo si realizza prima nella testa del naso che riesce a immaginare come si combineranno le materie prime.
Può aiutare pensare alla creazione di un profumo come un atto artistico, come comporre una melodia, dipingere un quadro, scrivere una poesia. Il “naso” ha una memoria olfattiva incredibile che gli permette di imprimere nella sua mente oltre 3000 sentori.
Come diceva Edmond Roudnitska, uno dei più grandi profumieri del XX secolo, “per creare nuovi accordi, nuove forme olfattive, è sufficiente che pensiate in odori come un pittore pensa a colori e un musicista a suoni”
Ma esattamente un naso cosa fa?
Non basta un ottimo olfatto, ci vuole intuito, immaginazione, creatività, tanta cultura e una formazione lunghissima. Si tratta di una professione molto complessa, basata su un mix di basi scientifiche, chimiche e tecniche, su una forte sensibilità artistica, supportata da una potente memoria olfattiva e tanta volontà. Non è facile diventare “nasi”, i corsi di formazione sono pochi e molti si svolgono all’estero.
Emanuela, hai voglia di stupirci con qualcosa che non ci aspetteremmo?
Ci provo. A differenza di quello che comunemente si crede, l’odore della lavanda nel mondo dei profumi ha zero appeal sulle donne, mentre è molto amato dagli uomini. Un’altra curiosità riguarda l’odore del mughetto: nel Regno Unito è considerato il classico profumo delle nonne, mentre da noi è una fragranza assolutamente giovanile.
Emanuela Rupi è Presidente di Mouillettes & CO, un progetto attivo dal 2004 che ha sede nel cuore del centro storico di Parma. Si tratta di una scuola di formazione olfattiva per chi lavora nel settore ma non solo, che negli anni ha saputo diventare un punto di riferimento per le aziende di settore e per gli appassionati che vorrebbero trasformare un forte interesse in una professione.
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